Cambiare paradigma nella didattica
Metodologie e strumenti per favorire l’attivazione delle risorse cognitive dei nostri studenti
La diretta conseguenza di una spiccata attenzione alla centralità delle emozioni e delle relazioni nei processi formativi è il coinvolgimento in prima persona di ciascun allievo ma, chiaramente, questo coinvolgimento deve trovare, oltre alle attenzioni personali più opportune, anche delle metodologie didattiche appropriate. Non basta essere insegnanti preparati, empatici ed emotivamente intelligenti, è anche necessario trovare le soluzioni professionali adeguate per favorire uno sguardo nuovo sullo svolgimento delle attività all’interno delle nostre classi.
Negli ultimi anni sono state molte le riflessioni e le iniziative volte al rinnovamento dei processi formativi, soprattutto alla luce di una didattica che deve mettere al centro le competenze e non solo più le conoscenze. Sapere (conoscenze), saper fare (abilità) e saper essere (atteggiamenti/attitudini), sono questi i verbi chiave del nostro operare per poter realizzare un effettivo cambiamento di paradigma.
Ogni cambiamento di paradigma ha tuttavia anche bisogno di una sua concreta realizzazione, di un’operatività che favorisca il dialogo e la riflessione su quello che si fa. Se dovessimo riassumere le acquisizioni migliori di questi anni senza soffermarci sulle particolarità delle singole metodologie, potremmo parlare di “didattica laboratoriale”.
Attivare una didattica di questo tipo significa coinvolgere gli alunni nel pensare, realizzare e valutare attività vissute in modo condiviso e partecipato con altri. Gli studenti hanno un ruolo attivo nella costruzione delle loro conoscenze: lavorando insieme ai propri compagni devono operare per “unire le forze” verso un comune obiettivo. In quest’ottica il docente deve necessariamente ricalibrare il proprio ruolo, disponendosi maggiormente verso una funzione di progettazione, gestione/facilitazione e valutazione delle condizioni affinché ogni allievo possa partecipare attivamente al processo di apprendimento.
Solitamente risulta molto efficace partire da una situazione-problema che svolga sia la funzione di attivazione dell’interesse e della curiosità sia di ricerca della soluzione. Già a partire dalla fase di progettazione dovrebbe essere:
- nuova, per suscitare curiosità e sollecitare la ricerca di soluzioni creative;
- aperta, per lasciare spazio a molteplici soluzioni;
- significativa, in grado di intercettare i partecipanti;
- risolvibile, perché sviluppata secondo un grado di difficoltà adeguato;
- inclusiva, perché richiede la partecipazione di tutti, anche a fronte di livelli molto diversi, ma con lo scopo comune di mettere insieme le forze;
- pratica, deve coinvolgere i partecipanti in un’esperienza e non solo in una riflessione.
Durante la fase di svolgimento dell’attività devono inoltre emergere queste caratteristiche:
- interdipendenza positiva, perché i partecipanti devono dipendere positivamente l’uno dall’altro;
- chiarezza, perché la situazione-problema dev’essere caratterizzata da fasi di lavoro che rientrino dentro una logica di processo.
La successiva fase di valutazione deve consentire:
- la narrazione di quanto vissuto anche dal punto di vista emotivo/relazionale;
- il confronto tra le diverse strategie risolutive;
- l’oggettività dei risultati raggiunti o mancati.
Questo tipo di didattica stimola la riflessione sui punti di forza e di debolezza di ciascuno mettendo al tempo stesso in risalto la necessità di affrontare il compito-sfida in modo collettivo. Sviluppando una costante osservazione durante lo svolgimento delle attività si tende a far emergere la capacità di essere il più possibile protagonisti dei propri processi di acquisizione delle competenze in una logica di aiuto reciproco.