Le competenze digitali nella scuola italiana
Una trasformazione in atto
Nel nostro ordinamento scolastico le competenze digitali fanno il loro ingresso a partire dalle Indicazioni Nazionali per il primo ciclo di istruzione del 2012, all’interno della sezione dedicata al profilo finale dello studente: “Lo studente ha buone competenze digitali, usa con consapevolezza le tecnologie della comunicazione per ricercare ed analizzare dati e informazioni, per distinguere informazioni attendibili da quelle che necessitano di approfondimento, di controllo e di verifica e per interagire con soggetti diversi nel mondo”. Sempre secondo questo documento la competenza digitale “arricchisce la possibilità di accesso ai saperi, consente la realizzazione di percorsi individuali di apprendimento, la comunicazione interattiva e la personale espressione creativa”.
Tuttavia, seppur questa consapevolezza esiste da ben più di 10 anni, e la scuola italiana abbia fatto un notevole lavoro per concretizzarla, i risultati sono ancora molto deboli o, in alcuni casi, addirittura assenti. Il rapporto DESI 2021, che misura l’Indice dell’Economia e della Società Digitali dei paesi dell’Unione Europea, e grazie al quale la Commissione europea monitora i progressi digitali degli stati membri, colloca l’Italia solo al 20° posto fra i 27 Stati.
La causa di questo ritardo nella transizione al digitale è sistemica: in tutte le scuole esistono indicazioni curricolari per discipline, aree disciplinari o per percorsi trasversali come l’educazione civica ma non ancora per l’apprendimento delle competenze digitali. Questo produce un generale disorientamento e una carenza nei percorsi di istruzione.
Sarebbe necessario un vero e proprio cambiamento di mentalità: tutta la scuola, in modo organico, per accompagnare i propri allievi in questa direzione, dovrebbe essere competente nel digitale. Non è sufficiente l’utilizzo di nuovi strumenti o l’introduzione di attività e metodologie didattiche nuove, occorre fare un percorso articolato e completo che tenga conto di alcuni passaggi fondamentali:
- coinvolgere in modo consapevole tutti i docenti (non solo quelle di materiali curricolari afferenti a questi temi) in questa trasformazione;
- sviluppare percorsi trasversali e unità di apprendimento multidisciplinari per la promozione del digitale nella didattica quotidiana;
- riprogettare la didattica alla luce dei nuovi linguaggi trovando soluzioni adeguate ad un utilizzo consapevole delle nuove tecnologie;
- attivare percorsi di inclusione che sfruttino le potenzialità del digitale per gli allievi con bisogni educativi speciali;
- condividere strategie e buone pratiche.
Il decreto n. 66 del Ministro dell’istruzione e del merito pubblicato il 12 aprile 2023, compie un passo importante in questa direzione, destinando 450 milioni di euro dei fondi PNRR alla “Didattica digitale integrata e formazione alla transizione digitale per il personale scolastico”. Una linea di investimento che prevede la “creazione di un sistema multidimensionale per la formazione continua dei docenti e del personale scolastico per la transizione digitale”.