Nuove tecnologie e didattica
Che cosa caratterizza profondamente i processi di apprendimento?
Nel variegato panorama delle nostre scuole sembrano oggi diffondersi sempre di più alcuni miti a proposito dell’utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica, proviamo a descriverli brevemente:
- incoraggiare o permettere un vasto e diffuso delle nuove tecnologie e dei nuovi media nella vita di tutti i giorni permetterebbe di incrementare la competenza digitale,
- utilizzare a scuola nuove tecnologie e nuovi media favorirebbe l’apprendimento,
- usare nuove tecnologie e nuovi media significherebbe maggiore innovazione (nella didattica e non solo).
Purtroppo quotidianamente ci accorgiamo che questi presupposti sono quantomai falsi: gli studenti che abbiamo di fronte non brillano per competenze digitali o, perlomeno, non riescono a comprendere e a districare quei meccanismi che utilizzano sempre di più ma di cui hanno nulla o poca consapevolezza. Anche un’azione molto banale come la gestione delle proprie credenziali di accesso, se estratta dall’ormai unico strumento che viene utilizzato (lo smartphone), diventa difficile e spesso di ostacolo al regolare svolgimento delle attività.
Per questi e per molti altri motivi, riteniamo sia importante attivare una seria riflessione che sfati un assioma molto diffuso: non è la semplice presenza o meno delle tecnologie nella nostra vita e nelle aule scolastiche che può caratterizzare i processi di apprendimento ma è la qualità dell’insegnamento che permette di usare in modo virtuoso tutte le strategie e gli strumenti a disposizione della didattica. Siamo infatti di fronte ad una sfida che non è solo tecnologica ma che tocca aspetti culturali, pedagogici, sociali e, perché no, anche organizzativi.
Operativamente diventa necessario cambiare prospettiva: non sono le tecnologie digitali che devono influenza la progettazione didattica ma è la progettazione didattica che deve scegliere e inserire le tecnologie in un quadro che attivi e sviluppi veri processi di apprendimento. Solo a partire da obiettivi chiari e ben delineati è possibile elaborare una proposta formativa significativa. Applicare questo cambiamento di mentalità sarebbe molto positivo e renderebbe i docenti in grado di ricondurre il proprio modello formativo ad una maggiore centralità dello studente, aspetto preponderante anche nella didattica per competenze e in un momento storico in cui non ci si può più fermare al solo “sapere” ma in cui , sempre di più, dobbiamo tendere anche al “saper fare” e al “saper essere”.
All’interno della dinamica insegnamento-apprendimento è allora necessario cambiare paradigma: mettere al centro l’allievo e il suo percorso significa renderlo protagonista e responsabile del suo cammino, significa lavorare sulla sua consapevolezza degli obiettivi da raggiungere e dei passi necessari per farlo, significa considerare il suo percorso all’interno di quello di una comunità che cammina con lui e che necessità anche del suo contributo e, naturalmente, significa anche accompagnarlo ad usare le tecnologie all’interno del proprio cammino di consapevolezza e di crescita.