Sentirsi comunità
Un tempo di scelte personali e comunitarie
Il cammino quaresimale, come tutto l’anno liturgico, è un cammino comunitario perché attraverso la liturgia si rivolge a tutti i cristiani “simultaneamente” in comunione di fede e di preghiera, rendendo tangibile il significato stesso dell’essere comunità in cammino.
Vedere la realtà è anche questo: rimettere al centro l’identità stessa della nostra Chiesa che è chiamata, in tempi in cui l’uomo fatica sempre di più a sentirsi unito al proprio prossimo, a camminare insieme con sempre più convinzione. Convinzione che nasce dalla consapevolezza che la partecipazione alla vita di Cristo non può essere per pochi ma deve essere donata a molti nella concretezza delle nostre scelte!
La forma sinodale della Chiesa, che in questi anni stiamo riscoprendo e coltivando, suggerisce che la Quaresima sia anche tempo di decisioni comunitarie, di piccole e grandi scelte controcorrente, capaci di modificare la quotidianità delle persone e la vita di un quartiere: le abitudini negli acquisti, la cura del creato, l’inclusione di chi non è visto o è disprezzato. Invito ogni comunità cristiana a fare questo: offrire ai propri fedeli momenti in cui ripensare gli stili di vita; darsi il tempo per verificare la propria presenza nel territorio e il contributo a renderlo migliore. Guai se la penitenza cristiana fosse come quella che rattristava Gesù. Egli dice anche a noi: «Non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano» (Mt 6,16). Si veda piuttosto la gioia sui volti, si senta il profumo della libertà, si sprigioni quell’amore che fa nuove tutte le cose, cominciando dalle più piccole e vicine. In ogni comunità cristiana questo può avvenire.
Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2024
Papa Francesco ci ricorda che il tempo della quaresima è tempo di scelte comunitarie e non solo personali, un tempo da vivere intensamente per rivedere il cammino delle nostre comunità e per cambiare insieme.
Molti sono i nodi su cui potremmo e dovremmo interrogarci:
- quale spazio hanno le relazioni nelle nostre comunità? Sono funzionali alla pastorale o sono veri spazi di incontro?
- Investiamo energie e impegno su percorsi di formazione dedicati all’identità stessa delle nostre realtà ecclesiali?
- Esistono spazi e momenti dove tutti sono protagonisti o ci dedichiamo esclusivamente ad alcune categorie e a specifiche età della vita?
- Il valore della fraternità è uno dei pilastri dei nostri cammini?
- Quali occasioni di condivisione e di discussione delle scelte esistono? Sono ordinari perché parte integrante dei nostri percorsi, o straordinari perché vissuti solo in poche e rare situazioni?
- Se esistono, dedichiamo tempo e impegno alla preparazione e alla formazione dei membri degli organismi di partecipazione e di condivisione delle responsabilità?